La polvere estinguente è tra gli agenti più usati nella protezione attiva contro gli incendi. O meglio, bisognerebbe dire le polveri estinguenti, perché ne esistono di vari tipi.
La polvere estinguente è un miscuglio di particelle solide finemente suddivise. È costituita da sali organici o da altre sostanze, naturali o sintetiche, che si possono scaricare direttamente sulle fiamme. Le polveri disponibili sono numerose, alcune universali e altre specifiche.
La maggior parte degli estintori e dispositivi contiene polveri che hanno un’azione di raffreddamento e inibizione sulle fiamme.
In particolare, per i motivi che ti spiegherò di seguito, la polvere di tipo ABC è sicuramente la più diffusa e impiegata. Questa polvere estinguente è detta anche polvere polivalente.
La polvere estinguente denominata ABC è in grado di estinguere fuochi di classe A, scoppiati da combustibili solidi. È efficace poi su classe B, provocati da liquidi e classe C, di origine gassosa.
Per poter intervenire su queste classi di fuoco, per questo tipo di polvere estinguente si usano sostanze chimiche come fosfato d’ammonio (MAP) e solfato d’ammonio.
Andiamo ora a vedere la composizione esatta della polvere estinguente polivalente ABC.
La polvere antincendio di tipo ABC è quindi composta da due sostanze chimiche principali: fosfato monoammonico (MAP) e solfato di ammonio.
A questa miscela si aggiungono poi additivi che contribuiscono allo spegnimento del fuoco. Questi determinano anche le proprietà fisiche della polvere stessa, come scorrimento e densità.
Una delle sostanze indispensabili per la produzione delle polveri ABC è il fosfato monoammonico. È comunemente chiamato MAP ed è un sale inorganico molto versatile.
Il secondo componente della polvere ABC è il solfato di ammonio, prodotto con un processo di sintesi chimica a partire da ammoniaca e acido solforico.
Per rendere la polvere estinguente idrorepellente (caratteristica fondamentale nella produzione delle polveri certificate secondo EN 615/2009) si uniscono additivi composti da siliconi.
È ovviamente un processo fondamentale per l’azione della polvere sulle fiamme.
La polvere estinguente BC e D.
Fosfato monoammonico e solfato di ammonio sono i prodotti impiegati nella produzione delle polveri ABC.
Le altre polveri, utilizzate per spegnere classi di fuoco B, C e D sono invece combinazioni di materie prime quali:
- Bicarbonato di sodio
- Solfato di potassio
- Carbonato di calcio
- Cloruro di sodio o di potassio
Ecco tutti i tipi di polvere estinguente presenti sul mercato.
Polveri Monovalenti: formate da bicarbonato di sodio e di potassio e da solfato di potassio. Sono adatte per incendi di classe B-C e su apparecchiature elettriche.
Polveri Polivalenti: fatte di solfato d’ammonio e di potassio e da fosfato di ammonio. Adatte per incendi di tipo A-B-C e su apparecchiature elettriche. Sono le più usate.
Inerti: sono fatte di prodotti inerti quale grafite, cloruri alcalini, e sono idonee per incendi di tipo D.
Come agisce la polvere estinguente?
La polvere estinguente spegne il fuoco per soffocamento: le polveri si decompongono nelle alte temperature dell’incendio.
Si creano così reazioni chimiche che producono anidride carbonica e vapore acqueo. Infine i prodotti della reazione separano combustibile da comburente, spegnendo l’incendio.
Il meccanismo di estinzione di un incendio da parte della polvere estinguente unisce diversi effetti, che insieme spengono le fiamme.
- Soffocamento: dovuto all’azione di copertura o stratificazione che effettua la polvere estinguente. Depositandosi sulle parti incendiate e su quelle incombuste, le isola e rende inattaccabile il materiale non combusto. Certe polveri, inoltre, dalla reazione chimica fra le sostanze di cui sono composte e il focolaio, sviluppano anidride carbonica. Questa si sostituisce all’ossigeno e contribuisce al soffocamento.
- Raffreddamento: dovuto all’abbassamento della temperatura del combustibile al di sotto della temperatura di accensione. Si genera dall’assorbimento di calore da parte della polvere estinguente e dal soffocamento.
- Catalisi negativa: a causa delle alte temperature nell’incendio si ha una decomposizione delle polveri con azione anticatalitica. Le sostanze nelle polveri interagiscono con i radicali liberi H+ e OH-. Si formano così strutture molecolari stabili, che rompono la reazione e bloccano l’incendio.
Quando e dove non usare la polvere estinguente
Non devi usare la polvere estinguente se ci sono usate sostanze che reagiscono pericolosamente, come i cianuri alcalini. Te le sconsiglio anche negli ambienti aperti o se sono presenti apparecchiature molto delicate, perché la polvere potrebbe danneggiarle.
L’utilizzo su apparecchiature elettriche o elettroniche delicate non è certo consigliato: l’estinguente potrebbe penetrare all’interno e danneggiarle gravemente.
L’uso della polvere estinguente richiede poi una pulizia accurata delle parti coinvolte dopo l’uso. Anche per questo, in presenza di apparecchiature complesse e delicate, te ne sconsiglio l’uso.
Devi anche stare attento a non inalare la polvere estinguente perché, pur non essendo tossico, può comunque causare irritazione alle vie respiratorie.
Il progettista dovrà prevedere un impianto di aerazione meccanica se ritiene che l’areazione sia insufficiente o non idonea per la bonifica del locale.
In questo caso, la collaborazione con un manutentore antincendio può davvero fare la differenza, per progettare e installare impianti e attrezzature negli ambienti più idonei.
Inoltre, sarà fondamentale per prendere tutti gli accorgimenti per impedire possibili scariche a vuoto, un vero e proprio incubo per le aziende.
Vediamo cosa fare dopo la scarica di polvere estinguente.
In caso di scarica intempestiva devi arieggiare i locali, meglio non oltre un’ora dalla scarica, per evitare un eccessivo deposito della polvere sulle superfici piane.
Se non ci sono aperture verso l’esterno, sarà necessario prevedere un sistema di aspirazione. Migliore sarà la ventilazione post-scarica, minore sarà la quantità di polvere depositata.
Soprattutto, dovrai rimuovere velocemente il residuo depositato. In caso di attivazione accidentale in un locale CED, ti consiglio di interrompere l’alimentazione.
In assenza di incendio, in caso di scarica imprevista bisogna intervenire in modi diversi, in base alle superfici e ai materiali coinvolti.
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Carta o altre superfici idrofili.
Per la pulizia usa un batuffolo di cotone leggermente imbevuta d’acqua distillata. La carta esposta alla polvere estinguente potrebbe ingiallire. -
Apparecchiature elettroniche.
Procedi a una rapida pulizia dei circuiti elettrici. Puoi decidere tecniche e modalità di rimozione e avvalerti del personale addestrato. Oppure puoi affidarti a una ditta esterna specializzata. Ma mi raccomando, in ogni caso riaccendi le apparecchiature solo dopo la pulizia. -
Lastra metallica.
Per la pulizia usa un panno di carta bagnato con detergente sgrassante (con aggiunta di candeggina). -
Pavimenti
Per la pulizia di un normale pavimento è sufficiente un aspirapolvere e un lavaggio con normali mezzi di pulizia impiegati. -
Altre superfici piane
Ove possibile, usare aspirapolvere e usuale straccio da spolvero.
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